Avvertenza: prima di iniziare lo studio delle lezioni, le dovrai leggere tutte interamente.
IL FIATO
I trattati di canto sono molto generici in punto in quanto chi si accostava al canto veniva dalle schiere dei pueri cantores, dove aveva già imparato a respirare.
Mettiti davanti ad uno specchio, in posizione stabile, con la testa leggermente inclinata verso il basso, guardandoti negli occhi e inspira profondamente attraverso il naso, il più lentamente possibile, con l’intenzione di mandare l’aria verso l’addome. Per fare ciò, iniziando l’inspirazione, dovrai fare una leggera contrazione con il medesimo, come se volessi spingerlo fuori dalla sua cavità.
Questo è nella respirazione uno dei punti più controversi. Oggi si respira buttando in fuori la pancia, con il risultato che non si porta in alto il torace. L’alzare del petto di cui parla García. La frase va intesa come segue: la spinta è verso l’altro e non verso il basso.
Una volta realizzato ciò, porterai in alto il torace, mantenendo il respiro, senza permettere che pero esca dalla cavità poc’anzi nominata.
Mantenendo questo stato, metterai le labbra a forma di pesce, imitando la bocca del merluzzo (è il pesce che meglio si adatta all’esempio). Inizierai dunque a contare uno, due, tre, quattro…in italiano preferibilmente, per abituarti meglio alla nuova lingua. Fai questo esercizio finché non riesci a contare fino a cinquanta o sessanta.
Questo esercizio è utile per sviluppare l’apparato respiratorio, le fosse nasali, la laringe, i bronchi, i polmoni, le costole e per rinforzare il torace, il diaframma e l’addome.
L’inspirazione profonda trattenuta nell’addome ti sarà assai utile per cantare a mezza voce ed eseguire senza problemi o difficoltà le frasi più lunghe. Per cantare invece nel registro acuto dovrai appoggiare la respirazione nell’addome, nel diaframma e nel torace. Questa si definisce “respirazione alta”.
Anche qui l’equivoco è facile, perché “appoggiare” è termine ambiguo, evocando una spinta verso l’esterno. Utilizzando il termine “sostegno” e tenendo presente che il fine è portare in alto il torace, i principi di Lázaro sono quelli della tradizione ottocentesca.
L’esercizio prima menzionato in cui ti avevo chiesto di contare dovrai eseguirlo quotidianamente iniziando con dieci minuti fino a giungere, gradualmente, a un’ora di esercitazione dopo un mese. Devi eseguire questi esercizi ad ogni tempo libero della tua giornata poiché il tempo che io ti ho indicato non ti sarà sufficiente per raggiungere una buona preparazione.
Per raggiungere un totale ed assoluto controllo del fiato, devi fare un nuovo esercizio: mettiti ancora davanti allo specchio, con la testa leggermente inclinata verso il basso, come ti ho già detto, essendo la posizione migliore per portare il fiato al labbro superiore. Fai un profondo respiro attraverso il naso, ed esalalo lentamente, come se volessi scaldarti i polpastrelli della dita, sempre con l’intenzione di portare il fiato al labbro superiore, come se dovesse essere appoggiato dietro i denti superiori, punto che funge da arco armonico per il suono. Un suono ben collocato fuoriesce dalla volta del palato.
Quando si parla di arco e di volta del palato ci si riferisce all’impressione che il cantante sente durante il canto.
Quando sarai in grado di collocare queste esalazioni, inizierai a posizionare nel corretto punto d’appoggio il fiato. Ricorda: se possiedi un buon intuito, in poco tempo imparerai la scuola del canto.
Traduzione di Manuel García
Glosse di Domenico Donzelli
Post davvero interessante.
Partendo da questa premessa, due punti vorrei condividere:
1. come il canto non si possa insegnare senza un maestro e senza vedere/ascoltare, perché l'espressione e.g. "alzare il torace" può essere interpretata in tanti modi dal leggente;
2. come ricorda giustamente il Garcia in "Hints on singing", cantare massimo 3 mezz'ore al giorno, distanziate da lunghe pause.
Aspetto la prossima lezione 😀