Anche quest’anno molte importanti istituzioni musicali hanno proposto al loro pubblico, il giorno di San Silvestro ovvero a Capodanno, un concerto, quasi sempre a tema sinfonico, arricchito a volte da pagine di musica vocale, tratte nella maggior parte dei casi da celebri operette viennesi. Con alcune eccezioni.
La Fenice di Venezia, di concerto con la dirigenza Rai, si è assunta da qualche anno a questa parte il compito, non sapremmo dire se più oneroso o inutile, di offrire un’alternativa patriottarda, per non dire autarchica, al concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker. Ha quindi proposto un programma basato interamente (almeno nella seconda metà del concerto, trasmessa dal primo canale della televisione di Stato) su celebri ouverture, cori e brani solistici del repertorio operistico italiano, o meglio, cantato in lingua italiana.
Piuttosto originale è apparsa anche la scelta di Baden-Baden, quasi esclusivamente basata su pagine dal tono piuttosto cupo, poco adatte alla circostanza augurale ma molto adeguate (almeno questi erano, verosimilmente, i desiderata degli estensori del programma) alle caratteristiche vocali della prescelta primadonna. Peraltro la signora avrebbe dovuto essere accompagnata dal maggior tenore del momento, se questi non avesse annullato all’ultimo la propria partecipazione.
Maggiormente nel solco della tradizione gli altri concerti, allietati da discorsi augurali e brindisi votivi. E a questi brindisi, che supponiamo seguiti (e in alcuni casi, preceduti) da abbondanti libagioni, ci uniamo noi del Corriere, proponendovi alcuni dei brani dei concerti in questione (trasmessi da diverse televisioni e prontamente ripresi da Youtube) affiancati da altre esecuzioni delle medesime pagine. A Capodanno, come in ogni altro giorno, l’ascolto comparato fornisce eccellenti spunti di riflessione!
La Fenice di Venezia, di concerto con la dirigenza Rai, si è assunta da qualche anno a questa parte il compito, non sapremmo dire se più oneroso o inutile, di offrire un’alternativa patriottarda, per non dire autarchica, al concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker. Ha quindi proposto un programma basato interamente (almeno nella seconda metà del concerto, trasmessa dal primo canale della televisione di Stato) su celebri ouverture, cori e brani solistici del repertorio operistico italiano, o meglio, cantato in lingua italiana.
Piuttosto originale è apparsa anche la scelta di Baden-Baden, quasi esclusivamente basata su pagine dal tono piuttosto cupo, poco adatte alla circostanza augurale ma molto adeguate (almeno questi erano, verosimilmente, i desiderata degli estensori del programma) alle caratteristiche vocali della prescelta primadonna. Peraltro la signora avrebbe dovuto essere accompagnata dal maggior tenore del momento, se questi non avesse annullato all’ultimo la propria partecipazione.
Maggiormente nel solco della tradizione gli altri concerti, allietati da discorsi augurali e brindisi votivi. E a questi brindisi, che supponiamo seguiti (e in alcuni casi, preceduti) da abbondanti libagioni, ci uniamo noi del Corriere, proponendovi alcuni dei brani dei concerti in questione (trasmessi da diverse televisioni e prontamente ripresi da Youtube) affiancati da altre esecuzioni delle medesime pagine. A Capodanno, come in ogni altro giorno, l’ascolto comparato fornisce eccellenti spunti di riflessione!
Steber ueber alles!!!
Steber unica!
Forever Eleanor
che cattiveria mettere la Fleming di fianco alla Divina Steber! AHAHAHA
Povera Fleming: il confronto con la Steber la distrugge totalmente. E se lo merita!!!
Cattiveria? Ma questo è nulla, paragonato a chi – teatri, agenti, case discografiche – propone la signora, oggi, nell'Armida e prossimamente nella Rodelinda…
sono assolutamente d'accordo: la fleming è ormai un misero prodotto del marketing della lirica…è uno dei tanti scandali del mondo d'oggi, solo dopo l'affaire bartoli.
Una cosa è certa: la RAI la Lirica la fa passare solo quando la gente dorme! O alle due di notte, oppure alle 13 del primo dell'anno, quando la gente sta smaltendo la sbronza della sera prima e, appena sente uno cantare, più che gridare "Ma che se strilla, 'sto matto?" non fa.