Oggi è l’ultimo giorno del 2008, il primo vero ultimo dell’anno di questo blog, nato nel settembre del 2007. Abituati alle Gazette de Beaux Arts o alle Revues Musicales, alcuni di noi nemmeno sapevano che fosse un blog, che senso potesse mai avere, come potesse vivere o si potesse organizzare. Lo prendemmo come un divertissment tra amici, un posto ove poter esprimere il nostro parere sul canto, passato e presente; sulla sua storia; sulla sua evoluzione; sui modi attuali di dare vita al “recitar cantando”. Un gioco musicale!
Per i primi tempi scrivemmo più per spasso che con coscienza di essere letti, e magari anche ascoltati, perché quello di internet appare, al neo entrato, un mondo che consente la libera espressione di se stessi ma….senza riferimenti, o coordinate di viaggio. E così per un certo tempo abbiamo vissuto il nostro Corrierino, come una bottiglia contenente un messaggio e lanciato nell’Oceano verso ignota fortuna ed ignoti destinatari. Certi di rimanere inascoltati, perché portatori di un pensiero certamente difficile, lontano dal comune sentire, spesso fastidioso e provocatorio. In un contesto, quello dei siti italiani, ove vige la peculiare abitudine ( assolutamente estranea a siti esteri quali quelli francesi o spagnoli, ad esempio ) di censurare opinioni contrarie alla moda in atto, in quanto riferite alla tradizione passata in punto di tecnica di canto, gusto, prassi esecutive, trasformando così luoghi di dibattito tra melomani in agenti di omologazione del pubblico, abbiamo cercato di costruire un spazio virtuale che contenesse le nostre opinioni, nonché le ragioni storiche e le esperienze di ascolto che lo ispirano, consci del fatto che non basta ormai semplicemente indicare pregi o difetti di una prestazione o di un’artista, ma occorra una più ampia messe di giustificazioni alla manifestazione delle proprie convinzioni, per essere intesi dalla maggior parte degli interlocutori. E questo a causa di un oggettivo mutamento del pubblico, che non è più quello di tradizione, ossia frequentatore dei teatri dalla giovinezza alla tarda età, ma composto di fasce giovani, che si avvicinano al genere per abbandonarlo dopo alcuni anni.
Di qui la nostra convinzione che il messaggio contenuto nella bottiglia fosse destinato a pochi, pochissimi “archeologi” della conoscenza melomaniaca, anche perché, oggi come oggi, il termine “tradizione” inesorabilmente si scontra con le consumazioni veloci e superficiali del nostro presente, non per nulla governato dalle “mode”. Anche l’opera risente con tutta evidenza del fenomeno, e lo osserviamo nel facile consenso che taluni moderni “divi” sanno muovere attorno alla propria carriera, salvo essere altrettanto facilmente dimenticati allorquando, per motivi che possono essere i più vari,….non vanno più di moda!
Nel parlare in base ad un backgruond “di tradizione”, che non è tradizionalismo ( anche se talvolta si viene tacciati in questo senso ) pensavamo di spaventare un pubblico avvezzo alla consumazione hic et nunc. Del resto, in termini più generali, anche la cosiddetta “cultura” artistica ( parola che chi scrive non ama per nulla..), musicale, architettonica, letteraria, viene diffusa nelle sedi universitarie e istituzionali in corsi che si sono fatti sempre più brevi, tanto scorciati da sembrare degli abregée, inventari di quei contenuti che si dovrebbero conoscere, ma sempre corredata dall’illusione, per il momento ancora necessaria, di possedere una conoscenza piena a tutti gli effetti.
A nostro avviso appariva del tutto logico che, ove ha luogo l’incontro con il pubblico dei grandi numeri ( per ciò che sono i grandi numeri di un genere che è di nicchia rispetto alla musica rock o altro.. ), la “tradizione” del canto sia stata accuratamente elisa, dato che in quei luoghi hanno da realizzarsi gli obbiettivi del potere commerciale, assai spesso in contrasto con le ragioni dell’arte del canto. La “barbosa e pedante” tradizione passata viene costantemente afflitta, in quei luoghi, dalle ragioni della “modernità”, dall’inutile proclamazione della propria libertà di essere artisti aderenti al presente, sino alla completa manipolazione della realtà storica, proclamando che oggi si canta comunque meglio che in passato. Proclamando, ma non certo dimostrando! Salvo poi strumentalizzare la storia, o meglio, servirsi ad arte di nomi di cantanti del mio tempo, comodamente privi di documentazione sonora, nel tentativo di assimilare i moderni ai miti del passato.
Sicchè nel parlare della tradizione non potevamo che pensare di rivolgerci ad un pubblico di una certa età, per non dire ….centenario come noi, oppure di fallire per oggettivo anacronismo della nostra posizione, al di là di ogni specifico contenuto. Di qui il nostro atteggiamento…..ludico e del tutto disincantato, anche perché, come ben sapete, l’opera è per noi un hobby e non una professione. Siamo andati via alla chetichella per un po’ di mesi, come sei vecchi amici in una leggera scampagnata, accontentandoci dei nostri cinquanta contatti giornalieri; delle decine, talora più di un centinaio, di download degli ascolti proposti; dei primi messaggi che arrivavano….
Ci interessava particolarmente stimolare l’ascolto dei cantanti antichi, dinosauri volutamente dimenticati o vilmente sbeffeggiati da certa “critica” e che, a dispetto delle registrazioni elettriche ed acustiche, posseggono, invece, la forza di uscire dal disco e materializzarsi davanti alle nostre orecchie come i geni che si vaporizzano dalle lampade magiche, provandoci chiaramente una diversa pratica del canto. Quando Ester Mazzoleni si aggiudicò il palmares della più gettonata il Natale scorso, con 124 ascolti, ci parve una conquista, e la festeggiammo!
Chi ci segue sempre ha potuto constatare assieme a noi l‘incremento di contatti, degli ascolti e dei post, pur non essendo il Corriere della Grisi un forum. Tutto ciò che è arrivato, è arrivato da sé, come l’onore di essere linkati e letti anche all’estero; di vedere le nostre opinioni rimbalzare su altri fori, e persino su veri grandi giornali. E domani leggerete, immagino con uno stupore anche maggiore del nostro…..che, vi assicuro, non essere stato piccolo, i numeri e gli ascolti che compongono la nostra hit parade del 2008. Il record della bravissima Ester è stato più che disintegrato, e ciò non è avvenuto in virtù dei tags che accompagnavano gli articoli. I numeri ed i nomi paiono dimostrarci l’esatto contrario di quanto potevamo attenderci da questo sito…..ben più di quanto ci abbia segnalato il counter, che da dopo l’estate ha davvero preso a correre ad una velocità inaspettata.
Sapendo di esser letti tra consenso e dissenso, abbiamo ritenuto di dover riflettere comunque sul “messaggio” che voi ci avete inviato leggendo, scaricando e postando. Ed a voi vogliamo sottoporre le nostre considerazioni.
L’esperienza di quest’anno ci impone una maggiore puntualità e precisione nelle recensioni degli spettacoli cui assisteremo: non siamo né vogliamo essere critica ufficiale, continueremo ad essere e sentirci hobbisti, ma se le nostre osservazioni, per forza di numeri, paiono avere un certa diffusione, non possiamo non tenerne conto, per mero senso di responsabilità.
Gli argomenti di natura storica, nella fattispecie di storia della vocalità, hanno risvegliato un interesse inaspettato, almeno stando a quanto si può percepire in altri siti, anche stranieri. La finestra aperta sul teatro d’opera a 78 giri ha riscosso un consenso nettissimo, che ci spingerà a continuare a proporvi, e se possibile ad articolare ulteriormente, argomenti ed ascolti.
Quanto poi alla nostra linea di pensiero, o meglio, alle nostre generali convinzioni circa l’evoluzione-involuzione del canto lirico, vedremo di illustrarle ed approfondirle in modo più…strutturato ed ampio. Qui, a dispetto dei nostri detrattori, non ci sono né pazzi, né killers, né fanatici, ma solo dei….melomani, fantasmi di leggendari divi del canto! La nostra critica, certo dura, al teatro d’opera contemporaneo non ha uno scopo semplicemente distruttivo, come si vorrebbe opportunamente far credere, dato che anche noi amiamo l’opera, ed ameremmo andarci ancora in futuro e con prevalente soddisfazione, come ci è capitato in un passato che non risale certo a quando calcavamo le scene!. Questo però oggi non avviene perché molto, moltissimo è mutato in poco tempo, spazzando via un “saper fare” accumulato da generazioni di cantanti, direttori, maestri ripassatori. E la riprova del mutamento rapidissimo, anche nel pubblico, viene ogni volta in cui ci capita di dire cose banalissime e se non scontate per gli ascoltatori delle nostre generazioni, ma che suonano del tutto inusitate, se non incomprensibili o addirittura scandalose per i più giovani. La nostra critica non mira certo a crearci un posto al sole, o un invito a teatro da parte di un cantante in cerca di consenso ( ci è accaduto anche questo nell’anno appena trascorso …), o a manipolare chi ci legge, ma è tesa semplicemente ad indagare quelle che noi, in qualità di melomani più o meno giovani, liberi spettatori paganti che amano andare all’opera ( oltre che fantasmi di divi del passato!! ), riteniamo essere le magagne alla base dello stato attuale del melodramma. E di stimolare la riflessione, anche quella dissenziente al limite, da parte di chi ama l’opera. Il nostro modo di andare a teatro non è certo quello della media del pubblico d’oggi, ce ne rendiamo conto. Anni di melomania “attiva”, però, ci hanno consentito di maturare, grazie a scambi di opinioni con molte e diverse persone che abbiamo potuto incontrare e con cui molto abbiamo condiviso, una serie di considerazioni generali, di carattere vocale ma anche extravocale, che, a questo punto, ci pare meritino un’illustrazione dettagliata e che la recensione spicciola, per sua natura, non può contemplare. Vedremo se riusciremo a dare una forma organica a questo modo di pensare, di essere melomani e, soprattutto, cosa ne penserete voi!
Per ora auguriamo a tutti voi che ci leggete un 2009 felice, sereno e ricco di tanta buona musica!
E per iniziare bene il nuovo anno, vi proponiamo l’operetta di San Silvestro per eccellenza, il Pipistrello, in un’esecuzione di quelle che piacciono tanto a noi… e anche a voi, visti i numeri dei download! Naturalmente con tanto di galà e gustosa Adele “fuori programma” finale.
Auguri, auguri a tutti!
Gli ascolti – San Silvestro
J. Strauss jr. – Die Fledermaus
Atto II
Dieser Anstand so manierlich – Karl Mikorey & Margarete Teschemacher (1938)
Galà
J. Strauss jr. – Frühlingsstimmen – Erna Berger (1938)
J. Strauss jr. – Eine Nacht in Venedig – Komm in die Gondel, mein Liebchen – Peter Anders (1938)
Lehár – Friederike – Warum hast du mich wach geküsst – Maria Reining (1938)
Lehár – Zigeunerliebe – Hor’ ich Zimbalklange – Esther Rethy (1938)
Atto III
Spiel’ ich die Unschuld vom Lande – Edita Gruberova (1993)