Per i 75.000 ingressi avevamo pensato di scegliere un autore tanto famoso e paradigmatico nella storia dell’opera quanto, da almeno cinquant’anni, sostanzialmente dimenticato : Giacomo Meyerbeer. Dimenticato in maniera anche incomprensibile perché se i teatri allestiscono ancora (e il futuro –temiamo- sarà latore di dense tenebre) opere come Don Carlos non si da un valido motivo, se non la scarsa consultazione della sempre utile Garzantina per la mancata rappresentazione di Ugonotti o Africana.
Devo anche dire, a piccola e parziale scusante della scarsa cultura e fantasia di chi propone gli allestimenti, che il declino dell’operismo di Meyerbeer è principiato in un’epoca in cui erano ancora ben disponibili cantanti che per tecnica e gusto potevano essere esecutori meyerberiani storici.
E, dunque per i 75.000 Meyerbeer con il suo lavoro più famoso : Les Huguenots.
Per capire la rilevanza sino agli anni 30 o 40 del secolo scorso di Meyerbeer basta rilevare che delle arie più famose dei suoi grand-opéra si contano tante registrazioni quante delle arie e dei duetti di opere come Rigoletto o Traviata.
Gli ascolti proposti sono un minimo rispetto alla vastità delle registrazioni. L’ascolto, pur con le difficoltà che il 78 giri specie se acustico, mette in contatto con un mondo dove l’interpretazione è interamente affidata al canto, dove la cognizione tecnica è presupposto per essere interprete e non solo esecutore. In un autore che non brillava per inventiva musicale, ma per altro dallo stupore per le difficoltà vocali alla sapienza compositiva, la perfetta esecuzione delle indicazioni dello spartito, Meyerbeer era maniacale nelle indicazioni di dinamica ed agogica, il possesso di una tecnica che consenta di eseguire le più astruse figure ornamentali, le più estenuate e raffinate filature e messe di voce, di sfoggiare gli estremi della voce è essenziale ed irrinunciabile. Il grande esecutore Meyerbeeriano si chiami Margarethe Siems, piuttosto che Frieda Hempel o Leo Slezak deve essere in primo luogo un attore vocale.
Meyerbeer e gli Ugonotti sono stati, poi, l’occasione per un felicissimo ed incomparabile incontro, quello con Vivian Liff, uno dei maggiori collezionisti di registrazioni storiche al mondo.
Mr Liff, la cui collezione è stata utilizzata per la realizzazione di una serie di dischi, imperdibili per l’appassionato e lo studiosi di voci storiche quale il “The Record of Singing”, apprestò una disamina esaustiva e completa delle registrazioni degli Ugonotti vuoi complete che per brani. Mr Liff, richiesto in tal senso ci ha dato il permesso di pubblicare il suo scritto.
Ci siamo messi all’opera anche come traduttori e dalla settimana prossima a puntate comparirà in duplice versione lo scritto di Mr Liff. Ci auguriamo che Mr Liff continui a regalarci i suoi pensieri scritti.
Per ora proponiamo un’ampia selezione del suo capolavoro per tutti i nostri lettori. Buon ascolto!
Gli ascolti
Meyerbeer – Les Huguenots
Acte I
Sous le beau ciel – Enrico Caruso (1901)
Plus blanche que la blanche hermine – Enrico Caruso (1905), Antonio Paoli (1910), André D’Arkor (1931), Helge Rosvaenge (1932)
Seigneur, rempart et seul soutien – Wilhelm Hesch (1906)
Piff, paff – Adamo Didur (1908)
Nobles seigneurs – Selma Kurz (1912), Sigrid Onegin (1928)
Acte II
O beau pays…Sombre chimère…A ce mot – Nellie Melba (Mapleson – 1902), Luisa Tetrazzini (1914), Beverly Sills (1969)
Non, vous n’avez jamais – Zara Dolukhanova
Beauté divine, enchanteresse – Leo Slezak & Elise Elizza (1905), Augustarello Affré & Lise Landouzy (1907)
Acte III
Dans la nuit, où seul j’eveille – Edouard de Reszke & Johanna Gadski (Mapleson – 1903)), Nicolai Ghiuselev & Martina Arroyo (1968)
En mon bon droit j’ai confiance – Leon Escalais, Magini-Coletti, Luppi, Sala, Corradetti, Algos, Masotti (1905)
Acte IV
Benediction – Marcel Journet (1912)
O ciel! Où courez-vous – Fernando de Lucia & Angela De Angelis (1917), Marcel Wittrisch & Margarethe Teschemacher (1931), Rockwell Blake & Alketa Cela (2004)
Acte V
Savez-vous qu’en joignant – Samuel Ramey, Harry Thayard & Marisa Galvany (1977)
Scusatemi se da sol mi presento: mi chiamo Ivo Chiappini, ma gli amici mi chiamano “Il vivace Chiappini” per via che sono smepre in agitazione e c’ho l’argento vivo addosso. Leggo il vostro sito perché mi piace l’opera, ma credo che anche se capite tutto dell’opera forse non capite molto d’informatica.
Col vostro contatore è faciel arrivare a queste cifre: basta fare continuamente “aggiorna” e il contatore incrementa di un numero. Se vi ci mettete un po’ d’impegno, adesso che siamo d’estate e c’è meno da lavorare, c’è il caso che entro sera arrivate a 100000, così festeggiamo prima un altro bel traguardo e mettete qualcuno dei vostri begli ascolti che mi piacciono tanto. Posso aiutarvi io a fare un altro record?
Un saluto dal vivace Chiappini
“Gentile” Sig. Chiappini (che tu sia vivace o indolente poco ne cale…), ritenere che noi impieghiamo il nostro tempo ad entrare decine di volte nel sito per puro ed onanistico piacere di veder crescere gli accessi, è affermazione totalmente gratuita e infantile: forse tu hai molto tempo da sprecare, noi no! E comunque non siamo bambini, NOI. Peraltro le tue affermazioni – poco educate, lasciamelo dire – sembrano più essere la piccata risposta di chi è infastidito dall’aumento dei nostri accessi (forse a decremento dei suoi…)che il commento neutro e disinteressato di un “estraneo”, ma non andiamo oltre. Un invito ed un consiglio. Per prima cosa ti invito a partecipare alle discussioni con qualcosa di più costruttivo ed interessante di una stupidaggine gratuita, inutile e priva di riscontri. In tal caso sarai ospite graditissimo e avrai la possibilità di scrivere (magari con maggiore educazione suvvia..) tutto quel che vuoi (come non capita in altri luoghi…). Poi ti consiglio – nel caso tu non abbia effettivamente nulla di rilevante da scrivere – di DECLAMARE i tuoi “ragionamenti” in qualcuno di quegli altri luoghi a cui mi riferivo prima: lì sicuramente avrai un humus più fecondo ai tuoi “vivaci” mots d’esprit!
Un “vivace” saluto