Traviata alla Scala: tempo sereno variabile; rientra Mariella Devia

Alle repliche, torna il sereno sulla Traviata milanese. La seconda e la terza recita hanno avuto luogo a tempi più opportuni, meno asfissianti per artisti e pubblico sebbene sempre….variabili, e diversi da sera a sera. Cosicchè la Lungu è stata messa al riparo da certa morte per asfissia, mentre gli uomini del secondo cast, Gipali e Stoyanov, han compiuto il loro dovere senza strapazzi eccessivi ( ….anche se come faccia Gipali, con la voce ben più piccola del soprano, ad andare cantando Simoni Boccanegra et consimilia non mi è del tutto chiaro…). Alla terza recita sono stati opportunamente tagliati i da capo alle due arie del soprano; gli artisti primi e comprimari sono stati nei tempi ( …..non è mancata una bella svirgolata dell’orchestra durante il duetto Violetta Germont ,con i cantanti insieme da una parte, aggrappati al divanetto, e l’orchestra dall’altra… ); un concertato della festa da segnalare, perchè staccato ad una velocità veramente eccessiva e poco consona al significato drammaturgico dello stesso. Il gas letale che aleggiava per la sala la sera della prima ci è stato dispensato, e la Traviata non ci è più sembrata una insopportabile maratona, tanto da consentire al maestro una timida apparizione la terza sera alle singole, trionfatrice la piccola Lungu.
E finalmente ier sera, come annunciato, è apparsa………Mariellissima!
E’ comparsa a rifarsi di quello che per anni non le è stato date, prescelte Violette, forse di maggior avvenenza fisica e cosiddetta presenza scenica della signora, ma per certo inferiori quantomeno nella cognizione tecnica e nella professionalità.La parte di Violetta, però, a prescindere da acciacchi momentanei e offese del tempo anche nel periodo aureo siaddiceva in parte alla illustre signora.Acciacchi momentanei e offese del tempo non la aiutano e soccorrono oggi.La prima ottava suona assolutamente stimbrata, opaca e priva di armonici. Non è una scoperta, solo il naturale decorso del tempo, ma Violetta in quella poco sonora zona della voce ci canta e più ancora conversa. Quindi tutte le battute del canto di conversazione alla prima scena all’incontro con Germont padre e sopratutto alla festa in casa di Flora sono state pressochè inudibili.
Più sopra, almeno sino al si bem acute le cose procedono meglio e perchè quella è la zona spontaneamente sonora della voce e perchè la tecnica è saldissima ed esemplare. A riprova la facilità assoluta degli insidiosi la bem dell’aria ” ah forse lui” questa sera proposta nella versione integrale.Ripeto sino al si bem perchè oltre vuoi i do ribattuti della conclusione del valzer, vuoi i do diesis di “gioir” sino al mi bem interpolato in chiusa non hanno più la brillantezza e la penetrazione ( e forse anche il sostegno e la proiezione) del passato. Anche recente.Sia chiaro che all’ età della signora Devia la tenuta vocale ha ancora del sorprendente e certe mende si perdonerebbero dinnanzi ad altro. Ma l’altro latita manca.Mariella Devia da sempre e per formazione parabelcantistica ha anteposto l’esecuzione all’interpretazione. Ottima e condivisibile scelta sino a Bellini, ma in Verdi e nel Verdi di Traviata, sopratutto, l’assenza di dinamica e la piattezza di esecuzione del “dite alla giovane” ( neppure i suoni aerei e sospesi di altri celebrati soprani leggeri), un “Amami Alfredo” slentato e dai toni elegiaci, l’intero “Alfredo, Alfredo” eseguito con suoni flautati sfalsano il personaggio e lo svuotano di ogni elemento suo proprio. Distintivo ed innovativo.
E se questi limiti potevano essere tollerati in altre belcantiste dal tonnellaggio vocale ben maggiore non lo possono nella protagonista di questa sera, dal volume davvero esiguo.La stima per la vocalista, la cosiddetta lezione di canto non sono state sufficienti a mascherare il tempo trascorso e la natura vocale ed interpretativa di Mariella Devia.A riprova anche , e per quel che vale che il pubblico ha applaudito la illustre signora, ma le ovazioni erano ben lontane per intensità e calore da quelle che due anni or sono salutarono l’ultima Lucia.
Quanto agli altri. Bruson sostenuto da un tempo un poco più stretto di quello della prima è stato splendido, più sicuro in alto, sia pure anche nel suo caso coni limiti degli anni e della tecnica, che gli ha sempre precluso lo squillo e la penetrazione dei baritoni verdiani più tipici. Chi voless, però capire l’effetto che oggi suscita la prestazione di un Bruson potrebbe leggere i passi di Gino Monaldi riferiti a Felice Varesi. I cantanti furono sicuramente nel momento migliore molto differenti, ma l’impressione del loro canto nel declino dei mezzi, identica.
Anche Bros sostenuto da un tempo meno letargico ha figurato come alla prova generale. Ossia belle intenzioni interpretative, dinamica relativamente varia e squillo e potenza pur nell’ambito del peso e del colore del tenore di grazia.
Chi invece non è cambiato nell’imprecisione di conduzione dell’orchestra, al di là di certe oppotune scelte di tempi è il maestro Montanaro.
Due chiose Traviata è, con altre sei o sette l’opera per eccellenza quella che dovrebbe, con qualsiasi cast, per la sua sola fama riempire il teatro ed essere accompagnata da applausi ad ogni numero. Invece il teatro non era affatto esaurito e gli applausi ai luoghi topici (Brindisi, Amami Alfredo) assolutamente mancanti. Non particolarmente calorosi e ben lontani dal trionfo alla fine dello spettacolo
Seconda chiosa, certo più rilevante del fattarello di cronaca di cui sopra. Abbiamo criticato le scete dei titoli scaligeri di questa e della futura stagione, abbiamo ampiamente censurato i cantanti, ma dobbiamo assolutamente deprecare la scelta dei direttori. Se si eccettua Baremboin nel Tristano inaugurale e Chailly nel Trittico, gli altri tutti nessuno escluso… mamma mia!

20 pensieri su “Traviata alla Scala: tempo sereno variabile; rientra Mariella Devia

  1. Caro Tamburini, mi rivolgo a lei, perché fra tutti qui mi sembra il più ferrato non solo in materia di belcanto ma anche di grammatica italiana e di stile.
    La prego di suggerire alla Grisi una maggiore sintesi nella stesura dei suoi elaborati, ma soprattutto di porre attenzione alla grammatica, alla punteggiatura, alla sintassi.
    Quanto all’inizio di un articolo leggo “La seconda e la terza recita hanno avuto luogo a tempi più opportuni”, mi passa la voglia di proseguire. E se poi cerco di sforzarmi e apprendo poco più avanti che “gli artisti primi e comprimari sono stati nei tempi”, beh, allora, caro Tamburini, mi cadono le braccia e vengo sopraffatto dalla sciatteria e dal “gas letale che aleggia(no)” in cotanta prosa.
    Oltre a tutelare l’antica arte del canto, sarebbe utile tutelare la correttezza, se non proprio l’arte,
    della scrittura. Altrimenti meglio cambiare il nome del blog e chiamarlo: Il Corriere della Crisi.
    Del belcanto e del bell’italiano.

  2. Stimato Carlo, La ringrazio delle belle parole, ma non sono – né ho mai preteso di essere – il primo in alcunché, se non in ordine di tempo, quando si tratti di esibire i miei talenti nei paraggi di Plymouth.

    Quanto alle osservazioni sulla prosa della Grisi, confido che sia lei stessa a risponderLe. Le faccio comunque notare che, nella fretta e nell’urgenza di scrivere, alcune frasi possono risultare meno compiute di altre. La recensione di Traviata mi sembra in ogni caso chiarissima, e se ha dei dubbi in merito a questo o a quel punto, Le chiedo di esporceli. Grazie.

  3. Gentile Signora Grisi, ma in quale teatro è andata lunedì 9 e quale traviata ha ascoltato? il teatro alla scala – non so quello che ha accolto Lei – era esaurito in ogni ordine di posti. ci sono stati applausi a scena aperta al grandissimo soprano Mariella Devia e il pubblico l’ha accolta con un’ovazione sia negli intervalli sia alla fine dell’opera. vede, Signora Grisi, sappiamo che l’invidia è uno dei vizi capitali e che, come tale, comprende anche la menzogna, ma usarla per denigrare la più grande cantante italiana, una delle più grandi artiste di tutti i tempi, mi sembra davvero troppo. ora, se la Sua percezione era quella di un teatro non esaurito, mi dispiace per Lei che, evidentemente, non ha uno sguardo attento. paragonare gli applausi dell’addio alla lucia con quelli della recita di traviata è una scelta da “corrida”: forse Ella preferisce quei canoni mediatici, l’applausometro. mi dispiace davvero per Lei, che sicuramente ha altre doti, ma quando parla della Signora Mariella Devia, non le dimostra assolutamente. al contrario sembra di leggere articoli scritti da una persona inesperta di musica, che trincia giudizi tanto per parlare. le offese del tempo sulla voce di Mariella Devia le sente solo Lei. al contrario è una voce che con il tempo non solo ha acquisito maggiore consapevolezza dei propri mezzi, ma è migliorata- se possibile – nell’intensità. Cito una recensione proprio a una Traviata, quella di Ancona, “quando la Devia è in scena è lei che riporta i tempi giusti. le sue esecuzioni sono da manuale: non sbaglia una nota, non salta una nota, la voce è sicura, corre verso l’alto, s’insinua nel grave, scava dentro lo spartito per cogliere ogni minima vibrazione e renderla in modo impeccabile. Il fraseggio è morbidissimo e perfetto…”. Allora, che cosa vogliamo rimproverare ai 60 anni della Signora Devia? che a sessant’anni – e spesso molto prima – le sue colleghe non ce la fanno a reggere neanche tre recite consecutive e chiedono – e purtroppo ricevono – tagli sulle partiture? che la voce della Signora Devia mantiene l’aura della giovinezza insieme con una sapienza tecnica ineguagliabile? che è in grado di interpretare in maniera magistrale ogni personaggio che sceglie di proporci? Vede Ella non ha apprezzato neppure Stuarda neppure Bolena e mi meraviglio che addebiti alla Signora Devia proprio carenze vocali mentre definisce la sua tecnica saldissima ed esemplare. la Signora Devia non è un computer, una macchina: se ne faccia una ragione: Mariella Devia, che Ella ironicamente appella “Mariellissima” è semplicemente un fenomeno, nel senso etimologico del termine e – sia pur del tutto preterintenzionalmente, immagino, se ne è accorta perfino Lei quando ha scritto: ‘è apparsa’: appare, appunto non nel senso sarcarstico che Ella vuol dare al verbo, ma come una rarità assoluta nel mondo del canto e della musica, perché Ella me lo insegna, non si canta di sola tecnica. ma se la tecnica di Mariella Devia è inappuntabile e magistralmente sostiene la sua meravigliosa voce le vogliamo rimproverare anche questo? Le chiedo: se un soprano ha voce sublime e tecnica perfetta lo vogliamo criticare perché ha 60 anni? Come qualcuno più autorevole di me ha scritto, dovremmo essere tutti grati a Mariella Devia e consapevoli di essere molto fortunati essendo suoi contemporanei. certo , se non si vuole – o se non si è in grado – di percepire gli accenti stupendi con i quali ha intonato ed eseguito “dite alla giovine” per non parlare di “sempre libera””addio del passato” “Alfredo, alfredo”, “se una pudica vergine” (cito le arie più note, per rispettare il principio a Lei così caro della “corrida”) se non si vuole ascoltare allora non insisto più. ma un’ultima cosa mi preme dirLe: la Signora Devia restituisce a Violetta una tragicità che forse nessuno ha mai reso, nel rispetto totale della partitura verdiana, in ogni minimo dettaglio. Ella le riconosce “la facilità assoluta degli insidiosi la bem dell’aria ah forse è lui, riproposta nella versione integrale” ma poi le attribuisce un amami Alfredo “slentato” e parla di “toni elegiaci” in Alfredo Alfredo. peggio, si lascia andare, cara Signora Grisi, alla banalità trita di coloro che devono trovare nella Signora Devia il difetto di anteporre l’esecuzione all’interpretazione e aggiunge che questo è dovuto alla sua formazione “parabelcantistica”. Ma che cosa dice, Signora Grisi? Mariella Devia non è più neanche una belcantista? la maggiore che mai abbiamo avuto? E ancora, ma che cos’è questa storia dell’interpretazione? ma Ella davvero crede che si possa scindere il canto superbo che Mariella Devia ci regala dall’interpretazione? Si ricorda Alessandro Manzoni? “Chi potrà della gemina Dora,Della Bormida al Tanaro sposa,Del Ticino e dell’Orba selvosa Scerner l’onde confuse nel Po;Chi stornargli del rapido Mella E dell’Oglio le miste correnti,Chi ritorgliergli i mille torrenti Che la foce dell’Adda versò?…”
    Ecco ,cara Signora Grisi, il canto della Signora Devia, non potrebbe esistere senza interpretazione: non si può scindere la sua vocalità dall’interpretazione: stiamo parlando di musica, di una delle massime espressioni delle arti. se vogliamo tornare alla mia metafora manzoniana, per essere più chiara Le dirò di provare a paragonare un soprano con lo scorrere delle acque di un grande fiume come il Po: è pieno di affluenti, di altre acque, di torrenti, di ulteriori grandi fiumi, ma chi li distingue all’interno di quell’unico grandioso corso? il canto della Signora Devia non è niente altro che questo: un insieme di mille rivoli e di limpide, impidissime sfaccettature: non possiamo disgiungere (per usare un verbo caro a piave) in modo insignificante, sminuente e anche un po’ volgare il canto dall’interpretazione: coincidono e si nutrono entrambi, nel caso della Signora Devia, di una eleganza innata,di una visione straordinaria della musica, che le consentono di non strafare, di non agitare inutilmente il suo corpo: non ci interessano le menadi: ci interessa la raffinatezza dell’esecuzione canora che deve coincidere con quella fisica. ma non ha visto come si muove sulla scena? ogni suo gesto è musica e interpretazione. siamo a livelli, lo capisco, che non possono essere compresi da tutti, ma faccia un piccolo sforzo. Una persona come Lei, abituata a vedere (anche se stavolta ha voluto travisare) e ad ascoltare, forse può fare il gran passo di “sentire”.se ne avvantaggerà, mi creda. e ce ne avvantaggeremo noi Suoi lettori se non saremo più costretti a leggere commenti solo sarcastici. grazie e cordialità.

  4. Liebe Sehnsucht, io non ho assistito alla Traviata scaligera di Donna Mariella e quindi non posso fare confronti con la Violetta, invero dimessa, cantata dal grande soprano ligure in Ancona. Però un paio di considerazioni vorrei farle ugualmente.

    La voce della signora non ha mai brillato per qualità naturali, e la senescenza del timbro era evidente nella Stuarda. Quindi rinvenire “l’aura della giovinezza” nella voce della Devia mi sembra alquanto azzardato. Idem dicasi per le somme doti d’attrice, caratteristica singolare per un soprano che mai ha brillato per fantasia, nemmeno nella scelta dei programmi da concerto, sempre identici da anni e anni.

    Insomma non vorrei che l’ammirazione per la somma cantante degerasse al punto da indicare in un soprano di coloratura straordinariamente longevo la più tragica delle Violette. Anche se sull’aggettivo si potrebbe a lungo discutere.

    Le faccio poi notare che non ha senso parlare di teatro gremito e ovazionante e poi negare importanza a quello che lei definisce “l’applausometro”. Non le pare?

  5. Ho letto nel post di Sensucht la frase riguardante l’invidia…mi scusi…ma se si deve essere invidiosi tanto vale esserlo di Joan Sutherland, Maria Callas, Magda Olivero, tutte grandi Violette coi tagli tra l’altro (e la stessa Sutherland, unico probabile modello della Devia fra le 3, che brillava per assenza di fraseggio, dispensava un canto nettamente superiore, non fosse altro che per la voce, enorme) più che di Mariella Devia, con tutto il rispetto. E poi…mi spiega che senso ha l’invidia del pubblico? Mi scusi ma non ha proprio senso…e poi…se proprio invidia deve essere, le rispondo con ironia…ma lei ha letto i nostri nomi? Per noi hanno scritto i più grandi compositori…con buona pace della cara Devia, che canta i nostri ruoli!

    In fondo non si disperi…è solo una Traviata…e nulla intacca la Devia oggi.

    Saluti cari, Nourrit.

  6. cari tutti voi, di cui mi sembra di conoscere perfettamente i nomi, la mia nota era innanzitutto una replica puntuale a quanto scritto dalla Signora Grisi e ai suoi appunti non veritieri circa la presenza e “il calore” del pubblico. era anche una replica a quanto la Signora Grisi normalmente scrive su Mariella Devia e sui suoi 60 anni, che – davvero – non interessano altri che lei (la Grisi, intendo): lo sappiamo tutti che la Signora Devia ha compiuto 60 anni, non ne ha fatto mistero e per fortuna, essendo dotata di voce eccezionale, continua a cantare. Qui si discute pure sulla scelta dei brani in concerto: intanto non è vero che propone sempre gli stessi brani: li sceglie certo dal suo repertorio (non si capisce da dove li dovrebbe prendere), che essendo un repertorio prevalentemente di bel canto, offre quel tipo di brani.che cosa dovrebbe offrirci? canzoni napoletane? e, per esempio, qualcuno ha ascoltato i suoi brani pucciniani eseguiti a valencia sotto la direzione di Michele Placido? fatelo, se potete. L’invidia, purtroppo, esiste e mi sembra che riguardo alla Signora Devia se ne faccia fin troppo sfoggio in questo blog insistendo sulla sua “inossidabilità”, insinuando che la sua recente allergia alla gola sia stata “diplomatica” e ponendo accenti ironici sulle altre sue straordinarie doti.Sarà che, appunto, è un blog di ex “grandi” nomi? se volete coltivarvelo inter vos fate pure, ma allora ditelo chiaramente. come suol dirsi, se avete ancora la voce, usatela per cantarvela come volete. in quanto a udito, mi pare che sia alquanto latitante e anche rispetto alla comprensione dei testi e delle partiture avrei qualcosa da dire. violetta non è un personaggio tragico? traviata è in libiamo? se volete raccontarci questo raccontatecelo pure, ma allora capisco bene perché vi sfugge anche la grandezza interpretativa della Signora Devia: stiamo parlando di due opere diverse: per esempio nella partitura che conosco io campeggiano costantemente figure di morte, che – tra l’altro – il maestro Carlo Montanaro ha reso benissimo. nella traviata alla quale voi vi riferite non lo so. del resto il mio incipit di ieri era proprio una domanda alla Signora Grisi in cui mi permettevo di informarmi su quale traviata avesse ascoltato e dove. non certo quella di Mariella Devia diretta dal maestro Montanaro alla Scala di Milano. ma mi rendo conto che sto scrivendo a un muro di cemento armato e quindi per non farvi perdere tempo, ma anche per non perderlo io, mi è gradita l’occasione di porgere a tutti i miei più cordiali saluti.

    p.s. stasera, alla Scala di Milano, c’è di nuovo una recita della Signora Mariella Devia. sarei felice per lui sei il Signor Tamburini vi assistesse. si renderebbe conto che il timbro della Signora Devia è perfettamente integro, la voce piena e magistrale.

  7. non ho assistito a traviata, andrò solo alla replica del 27, quindi non posso intervenire in proposito, ma certo un commento al buon carlo mi viene chiaro e sicuro dal cuore: ma che antipatico! credo che chiunque qui leggendo i post e i commenti scorra fiumi di refusi, errori e dimenticanze, ma, credo, non sia questo il punto. tanto per cominciare, perché è evidente che spesso le cose sono scritte di “getto”, cosa che garantisce a noi lettori di poter leggere tra le righe le venature emotive di chi scrive, e rende sicuramente più genuine le recensioni, un modo, ovvero, per non cadere nell’accademismo. E di accademismo si dovrebbe trattare, signor carlo, se si vuole ergersi a difensore della patria favella e della sua integrità grammaticale, perché, come lei presumo sappia, anche la Crusca ha adeguato le sue considerazioni circa la lingua alle forme dell’italiano nei diversi mezzi (leggasi media)utilizzati, comprendendovi diversi registri, codici, ecc. Rimando per questa parte a un buon manuale di sociolinguistica, che credo lei, in quanto cultore della materia, già possieda. in fine credo che, e mi faccio voce dei lettori, le recensioni di grisi siano ben più interessanti per altre ragioni che non quelle grammaticali, per cui perché sprecare tempo in futili disquisizioni (che hanno un po’ il sapore della ripicca, me lo lasci dire) e non goderci una buona recensione, ed eventualmente stabilire un confronto, se si hanno posizioni diverse, ma sull’opera, non sulla lingua. Anche noi, caro signor carlo, la leggeremmo più volentieri…

  8. Signore, Signori,
    sono un attento e assiduo lettore del Corriere, mi rammarica vedere che l’interpretazione di una delle più grandi belcantiste italiane faccia scaturire simili dibattiti.. La signora Devia ha offerto, ne sono sicuro, il meglio di sé ne La Traviata scaligera. A 60 anni suonati credo sia suo diritto cantare come crede ricevendo solo il plauso di noi poveri mortali che non faremo mai altrettanto. e poi? preferiamo altre Violetta, magari rumene, che non fanno le note di tradizione perché non ce le hanno e non fanno neanche quelle scritte da Verdi perché non le sanno e guadagnano per simili imbarazzanti esecuzioni 40.000 euro a recita? Signori non pettiniamo le bambole..

  9. A costo di ripetermi… e parlo solo per me.. di grandi Violetta non ce ne sono.. è palese più dell’aeroporto di Bari.. ma proprio per questo è inutile sparare a zero sulla migliore che c’è in giro oggi.. ringraziamola invece a 60 anni di essersi messa di nuovo in gioco anziché starsene sul divano a casa a sentire le pu**anate su violetta che dice la Gheorghiu al tg1 e ringraziamola altresì di aver messo ancora una volta a disposizione del mondo la sua arte per interpretare un personaggio che altrimenti sarebbe stato interpretato da una sicuramente non migliore di lei… dicono che di grande Violetta che ne sia una per secolo.. abbiamo ancora 91 anni di speranza.. chi vivrà vedrà. Vale.

  10. Caro Angelo,
    grazie per il commento.

    Le rispondiamo con un pò di ironia questa volta : in giro non ci sono neanche grandi Aide o Gioconde…proponiamo anche queste alla Devia?

    Quanto alle grandi Violette non disperi, nel 1900 ce ne sono state più d’una : Tetrazzini, Galli-Curci, Hempel, Olivero, Callas, Sutherland, Sills. Chissà che non ce ne siano altrettante in futuro!

  11. a donzelli ho risposto, ringraziandolo per gli ascolti, nei commenti al suo articolo “in sehnsucht …”

    concordo pienamente con angelo e ribadisco la mia convinzione assoluta che l’ironia si riservi troppo spesso e inutilmente per la Signora Devia che rimarrà comunque, piaccia o non, una delle più grandi cantanti del secolo scorso e anche di questo.
    certo, si potrebbe ironizzare, che la sua presenza abbraccia ben due secoli e – dato che rimarrà – anche di più. viene quasi spontaneo, allora, il sillogismo sulla “longevità inossidabile” della sua voce. rallegriamocene invece di criticarla. da lei c’è solo da imparare sia nel canto sia nella assoluta professionalità. o vogliamo, appunto, continuare a denigrarla e a presentare come giovani di buone speranze le rumene che tagliano i da capo e che non sanno leggere le note verdiane?
    mi sembra che il dibattito si potrebbe articolare in modo più approfondito, così come ha fatto donzelli nella sua risposta a me sia pur non propriamente bonaria. non mi ha convinto, ma provo gratitudine per avermi indicato buoni ascolti.
    non si può liquidare una delle nostre più grandi cantanti, ripeto, soltanto con il sarcasmo e l’ironia: non giova a nessuno. non a lei, che immagino abbia altro da fare che crucciarsi per aver compiuto 60 anni; non a noi che giriamo inutilmente intorno a una sorta di guerra dello iota, rimanendo avviluppati in alchimie bizantine.
    nel salutarvi, invito di nuovo chi non l’ha ascoltata ad andare alla scala. ci sono ancora 4 recite: la seconda, ieri sera, è stata da parte della Signora Devia veramente superlativa.
    cordialmente

  12. Mi permetta Sig. Nourrit, Lei trova davvero che la Sutherland fosse una Violetta di levatura superiore a quella della Devia? O è ironia anche questa? E poi inserire la Olivero fra le grandi Violetta, con la sua voce querula ballerina e tecnicamente imbarazzante è un’offesa alla Callas che non posso esimermi dal far notare. Guarderò la gigantografia della Callas che campeggia nella mia stanza e le chiederò di perdonarLa finché essa non mi mostrerà un cenno di benevolenza come Cristo a San Francesco nella Chiesa di San Damiano.. per ora la Maria ha una faccia a dir poco contrariata.. Per favore accenda un cero e si redima.. Cordialmente e affettuosamente.. queste querelle sono, si intende, fatte con affetto e il sorriso sulle labbra, ricordandovi, Signori, che stiamo pettinando le bambole.. Ad majora.

  13. La grandezza della Traviata di Joan Sutherland non ha bisogno di essere ribadita. E’ tutta nelle testimonianze audio. Se vuole le possiamo fornire qualche riferimento discografico.

    Davvero imbarazzante è vedere un paladino di Mariellissima (voce non certo baciata dalla natura) che si lancia in spericolate riflessioni sulla Olivero, anche alla luce del fatto che in una frase della signora Magda nei panni di Violetta ci sono più colori di quanti si possano rinvenire in tutti i ruoli che ha cantato la Devia nell’ultimo decennio.

  14. Io sono tra quelli che hanno assistito a tutte e tre le recite della Traviata anconetana.
    Ne ho pubblicato la recensione per due giornali e non ho fatto mistero del mio entusiasmo per una Violetta che, personalmente, reputo storica.
    Ciò non toglie che:
    1 – Per esaltare una cantante non serve denigrarne un’altra… e, angelo, definire la Olivero tecnicamente imbarazzante è, quantomeno, avventato.
    2 – Sono il primo a ritenere che l’ultimo corso della carriera della Devia sia dedicato ad opere poco adatte a lei. Io poi credo che con l’intelligenza, la cultura, le variazioni e lo stile che non le fanno difetto sia riuscita davvero credibile e molto personale anche come Imogene e Bolena (conosco la Borgia ma, a differenza delle altre due, non l’ho mai sentita dal vivo per cui mi astengo) e quindi, anche se non ne condivido le conclusioni, ciò non toglie che il rilievo mosso dalla Grisi sia sensato.
    A presto
    Pruun

  15. Caro Angelo,
    mi spiace deluderla ma non ho rapporti di idolatria con i cantanti, compresa la grandissima e amatissima Maria, che essendo stata prima di tutto una donna molto intelligente avrà apprezzato il nome di Magda Olivero vicino al suo. Due mondi diversi, due grandissime Primedonne, due immense Artiste. Perchè mi scusi, la Olivero è stata una grandissima Artista e una grandissima cantante, e glielo scrive un callassiano. Che la voce fosse brutta mi pare noto a tutti, ma la tecnica…beh, c’era eccome! Crede che a 60 anni si possa cantare Tosca, Fedora, Minnie, Maon Lescaut senza tecnica? Con 35 anni di carriera alle spalle e sapendo smorzare e legare ancora a regola d’arte? Suvvia…mi indichi poi i disastri tecnici della Olivero con ascolti o esempi e forse mi ricrederò.

    Quanto alla Violetta di Joan Sutherland…ma lei sta scherzando? Lei si chiede se la Violetta della Sutherland è più rilevante di quella di Mariella Devia? Mi meraviglia questa domanda, senza offesa per la Devia.
    Le faccio notare innanzitutto il tonnellaggio vocale di Joan Sutherland, di molto superiore a quello della Devia, la migliore qualità della voce, la maggior consistenza e facilità del registro centrale e basso (non si canta la Norma per 26 anni senza un centro robusto), il virtuosismo assoluto laddove richiesto. Quanto al fraseggio…in Traviata era scarso quello della Sutherland ed è altrettanto scarso quello della Devia, da sempre negata nel dare accento (e cito ancora anche Bolena…la vecchia Sutherland riusciva ad accentare nonostante gli acciacchi dell’età, la Devia no…vedasi la scena con Enrico e Percy al II atto per esempio, o il Coppia iniqua, benissimo cantato dalla Devia, ma senza un vero accento da eroina donizettiana).

  16. Vi chiedo scusa per l’incursione allora. Ascolterò di più e parlerò di meno. Se sono in minoranza ci sarà un motivo. Inoltre ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo delle succitate cantanti solo la Devia, che resta, a mio avviso, qualsiasi cosa canti, di qualsiasi periodo e stile, la migliore 60 enne in attività. Ci tengo solo a precisare per completezza di pensiero che quando metto a confronto due voci non lo faccio mai considerando la natura ma solo ciò che dipende dallo studio tecnico del cantante in questione. Per cui che una cantante abbia in partenza una voce brutta o bella è indifferente; ciò che conta è come ha imparato a usarla. la migliore qualità della voce, la maggior consistenza e facilità del registro centrale e basso sono tutte cose che la Sutherland ha in più rispetto alla Devia solo per natura. La padronanza della tecnica di emissione delle due voci, naturalmente diverse, a me sembra molto simile e assolutamente paragonabile. Devotamente.

  17. Caro Angelo,
    stiamo sempre parlando di grandi cantanti in fondo…nessun dubbio che Mariella Devia padroneggi benissimo la tecnica vocale, e nessuno è intenzionato a negarlo, anzi, è un dato che rimarchiamo sempre. Forse, mia modestissima opinione, non può la tecnica sempre sopperire al gioco interpretativo alle volte carente…va detto anche che con un direttore come Bartoletti ad Ancona riuscì ad essere molto più convincente come Imogene che non come Anna Bolena o Violetta…forse anche le bacchette influenzano in positivo o in negativo.

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