Le nostre riflessioni e gli ascolti collegati sono dedicati a coloro i quali hanno avuto la ventura di assistere al concerto scaligero del signor Bostridge.
Noi abbiamo deliberatamente mancato l’appuntamento.
Qualcuno dirà perché siamo preconcetti e tanto ignoranti da non comprendere la grandezza del Lied.
Potrebbe anche essere vero, ma due cose vanno dette.
Primo: non vi sono valide argomentazioni per dichiarare ed assumere una superiorità della musica da camera tedesca rispetto a quella in altra lingua. La superiorità non risiede certo nel fatto che taluni testi divenuti Lieder siano parte della produzione dei massimi poeti di lingua tedesca o che gli autori degli stessi siano ritenuti i maggiori compositori di musica sinfonica.
Altre ragioni per proclamare la superiorità della Forelle rispetto al Sogno o al Segreto di Tosti non ravvisiamo.
E allora, per cominciare, offriamo due grandi cantanti che eseguono un brano famosissimo di Tosti, di quelli dove, se si manca di misura, si dimentica e si fa dimenticare l’essenziale ed irrinunciabile aspetto salottiero del musicista di Ortona e come l’espressione sia fatta di rubati, accelerando, stentando, dinamica sfumata. Tito Schipa, famosissimo esecutore da camera, ed Ebe Stignani, molto meno nota come cantante da camera, sono entrambi perfetti nel cogliere l’aspetto salottiero e, quindi, folkloristico e pseudo popolare del brano, celeberrimo e spesso urlato in stile da posteggiatore: “Marechiare”.
L’altro motivo per cui non possiamo apprezzare le attuali esecuzioni di Lieder è la presunzione che il Lied debba, specie se di Schubert, essere affettato nell’espressione, precario nell’esecuzione vocale, in questo propiziato dalla scrittura, assolutamente elementare rispetto ad un qualsiasi brano da salotto italiano o francese.
E allora pensiamo sia giusto ricordarsi di alcuni cantanti che avevano del Lied la giusta, drammatica (nel senso letterale del termine) concezione e che ritenevano giusta un’espressione serena e misurata, ma scevra da ogni affettazione in primo luogo.
Noi abbiamo deliberatamente mancato l’appuntamento.
Qualcuno dirà perché siamo preconcetti e tanto ignoranti da non comprendere la grandezza del Lied.
Potrebbe anche essere vero, ma due cose vanno dette.
Primo: non vi sono valide argomentazioni per dichiarare ed assumere una superiorità della musica da camera tedesca rispetto a quella in altra lingua. La superiorità non risiede certo nel fatto che taluni testi divenuti Lieder siano parte della produzione dei massimi poeti di lingua tedesca o che gli autori degli stessi siano ritenuti i maggiori compositori di musica sinfonica.
Altre ragioni per proclamare la superiorità della Forelle rispetto al Sogno o al Segreto di Tosti non ravvisiamo.
E allora, per cominciare, offriamo due grandi cantanti che eseguono un brano famosissimo di Tosti, di quelli dove, se si manca di misura, si dimentica e si fa dimenticare l’essenziale ed irrinunciabile aspetto salottiero del musicista di Ortona e come l’espressione sia fatta di rubati, accelerando, stentando, dinamica sfumata. Tito Schipa, famosissimo esecutore da camera, ed Ebe Stignani, molto meno nota come cantante da camera, sono entrambi perfetti nel cogliere l’aspetto salottiero e, quindi, folkloristico e pseudo popolare del brano, celeberrimo e spesso urlato in stile da posteggiatore: “Marechiare”.
L’altro motivo per cui non possiamo apprezzare le attuali esecuzioni di Lieder è la presunzione che il Lied debba, specie se di Schubert, essere affettato nell’espressione, precario nell’esecuzione vocale, in questo propiziato dalla scrittura, assolutamente elementare rispetto ad un qualsiasi brano da salotto italiano o francese.
E allora pensiamo sia giusto ricordarsi di alcuni cantanti che avevano del Lied la giusta, drammatica (nel senso letterale del termine) concezione e che ritenevano giusta un’espressione serena e misurata, ma scevra da ogni affettazione in primo luogo.
Tosti:
Marechiare – Ebe Stignani, Tito Schipa
Schubert:
Erlkönig – Ernestine Schumann-Heink, Sigrid Onégin, Lilli Lehmann
Die Forelle – Edmond Clément, Ernestine Schumann-Heink, Lotte Lehmann
Der Tod und das Mädchen – Ernestine Schumann-Heink, Lotte Lehmann
Auf dem Wasser zu singen – Lilli Lehmann
Du bist die Ruh’ – Lilli Lehmann
Freudvoll and leidvoll – Lilli Lehmann
Heidenröslein – Lilli Lehmann
An eine Quelle – Lotte Lehmann
Der Jüngling und der Tod – Lotte Lehmann
Auflösung – Lotte Lehmann
Dass sie hier gewesen – Lotte Lehmann
Schwanengesang – Lotte Lehmann
Die Männer sind méchant – Lotte Lehmann
Ave Maria – John McCormack
Devo dire che non devono essere state molte le persone “ansiose” di ascoltare il Sig. Bostridge alla Scala, dato che, fino al giorno prima del Recital, c’erano ancora 300 posti disponibili in internet (e sono tanti…), segno tangibile di un (in)successo…
io ho assistito al concerto del Signor Bostridge, dato che ho un abbonamento ai concerti di canto. è stato molto e giustamente applaudito, tanto che ha concesso 4 – meravigliosi – bis. Non ha una gran voce (non è un tenore alla Pavarotti) e il programma non prevedeva grandi acuti strappa-applauso come piace al pubblico scaligero, ma ha una perfetta tecnica ed intonazione. il pubblico è stato zittito diverse volte perchè applaudiva – disturbando – fra un brano e l’altro della serie di lieder e talvolta applaudiva prima che il pianista avesse tolto le mani dalla tastiera alla fine del brano. il programma era raffinatissimo, ben scelto e ben eseguito e per una volta alla Scala abbiamo ascoltato un concerto di canto di buonissimo livello. così non si è potuto dire per i precedenti della serie di quest’anno. e così non si può nemmeno dire, fino a questo momento, per il livello di interpreti delle opere in cartellone quest’anno. il fatto che ci fossero posti liberi in platea ad un concerto del genere si commenta da sè e, purtroppo, spingerà ancor di più la direzione artistica a proporre “cantanti” ad esempio come Alagna o la sua consorte Angela Gehorgiu che due anni fa tenne un concerto di canto inqualificabile, ma molto applaudito dal pubblico scaligero.